I meccanismi di apprendimento negli adulti
Il cancro è ancora generalmente percepito come una malattia mortale e la ricerca ci dice che questo influenza il processo di informazione – in particolare negli adulti:
La collaborazione con la Piattaforma di Visual Journalism della Libera Università di Bolzano
Negli ultimi anni, le tecniche di visualizzazione dei dati (le cosiddette "infografiche") hanno
sperimentato nuovi metodi
portando la visualizzazione in uno spazio pubblico, introducendo la terza dimensione fisica e la
materialità, nonché
l'interazione fisica con il pubblico (vai qui
per approfondire). Questa poteva essere una strada da esplorare per
introdurre l'apprendimento esperienziale nei nostri programmi formativi.
La Piattaforma di Visual Journalism7 della Libera Università di Bolzano è leader
nella ricerca sui metodi e sulle pratiche
del giornalismo visivo, con particolare attenzione al campo dei tangible data (dati tangibili),
un settore specifico di
ricerca che attraversa il design dell'informazione, il design dei prodotti e le scienze sociali.
Dalla collaborazione fra Prevention For You e la Piattaforma di Visual Journalism sono nati i
primi Diagrammi
Partecipati sulla prevenzione oncologica in Italia, progettato con l'obiettivo di aumentare la
consapevolezza sulla
prevenzione del cancro di un pubblico eterogeneo, attraverso un approccio fisico, cioè tangibile
e percepibile
attraverso sensi diversi dalla vista, e un approccio ludico.
La Visualizzazione delle Informazioni: da strumento analitico a facilitatore sociale
L'origine della Visualizzazione delle Informazioni (Data Visualization) data al
1800, quando statisti come William
Playfair in Gran Bretagna o Charles Minard in Francia sperimentarono nuovi modi di
visualizzare informazioni sociopolitiche
al fine di facilitare le decisioni politiche su questioni complesse, spesso basate su
grandi quantità di dati9.
Un secolo dopo, la storia della Data Visualization fu testimone di un'importante
rivoluzione, operata dal filosofo,
sociologo ed economista austriaco Otto Neurath, che trasformò la pratica da scopo
analitico a scopo informativo e
educativo10. Infatti, dopo la prima guerra mondiale, Neurath intuì il
potenziale della Data Visualization di diventare un
linguaggio universale in grado di informare visivamente una vasta gamma di persone, e
non più solo i governanti, su
questioni storiche, politiche, economiche di base, al fine di migliorare potenzialmente
la conoscenza di un'intera
popolazione. Neurath ha concepito un nuovo linguaggio visivo basato sui limiti e le
capacità degli utenti e guidato da
scopi educativi. A differenza del passato, dove la Data Visualization era
progettata dagli stessi professionisti che
avevano analizzato i dati, la sua squadra era composta da economisti, antropologi,
designer; "L'obiettivo [...] era
quello di rappresentare i fatti sociali in modo pittorico e di riportare in vita "le
statistiche morte" rendendole
visivamente attraenti e memorabili11.
La storia della Data Visualization non fu testimone di grandi cambiamenti per un
altro secolo, fino a quando lo
statistico Edward Tufte non fece uso delle opere di Minard e di Playfair e le trasportò
nel contesto moderno12. Il lavoro
di Tufte è caratterizzato da un approccio minimalista, in cui solo l'essenziale deve
essere comunicato, al fine di
focalizzare l'attenzione dei lettori sul nocciolo della storia raccontata dai dati.
Contrariamente ai suoi predecessori,
Tufte sperimentò nuovi metodi di visualizzazione nel contesto dei giornali, spesso in
campo economico, di fatto
inventando quella che oggi viene comunemente chiamata Infografica.
Negli ultimi anni, abbiamo potuto assistere ad un importante passo evolutivo nella
storia della Data Visualization , che
l'ha portata nel dominio esperienziale. Anche se lo scopo è spesso informativo, i metodi
utilizzati sono completamente
diversi, la visualizzazione viene portata in uno spazio pubblico, introducendo la terza
dimensione fisica e la materialità,
nonché l'interazione fisica con il pubblico. In questa nuova dimensione gli oggetti
reali, con tutti gli effetti che
producono, sono il nuovo protagonista di ciò che potremmo chiamare Fisicizzazione dei
Dati (Data Physicalization):
"un artefatto fisico la cui geometria o proprietà dei materiali codificano i
dati13.
I dati diventano analogici, sono visibili e tangibili nello spazio fisico, aprendo nuove
possibilità di design per un nuovo
pubblico, non più solo online ma in spazi comunitari come musei, piazze o quartieri. Le
informazioni vengono poi
rappresentate attraverso oggetti nello spazio, rendendo confusi i confini tra design di
prodotto, design delle
informazioni e design degli spazi espositivi.
Inoltre, nel momento in cui la Data Phisicalization diventa Partecipativa (o Diagramma
Partecipato), i visitatori si
trasformano in partecipanti, contribuendo attivamente alla visualizzazione con i propri
dati, dando origine a un'azione
ricorsiva in cui i partecipanti sono sia i protagonisti sia il pubblico della
visualizzazione.
Progetti eccellenti come il lavoro del gruppo catalano Domestic Data
Streamers14, la Data Phisycalization Happiness di
Sagmeister15, il Padiglione Svizzero all'Expo universale di Milano 201516,
la mostra "Of All The People In All The World"
17 stanno mostrando nuove possibilità sia per coinvolgere che per informare
una comunità locale.
I Diagrammi Partecipati sono la nuova frontiera della visualizzazione dei dati e possono
essere molto interessanti e
fruttuosi per la rappresentazione di un nuovo scenario nel campo della Data
Visualization, trasformandola in:
• uno strumento per l'interazione sociale;
• uno strumento per l'analisi in tempo reale del Comportamento di una (piccola)
comunità;
• un nuovo strumento per informare e raccontare la storia su argomenti difficili come la
prevenzione del
cancro.
L'esperienza partecipativa di cui descriviamo i risultati in queste pagine ha avuto luogo durante un convegno sull'innovazione in sanità, l'evento TEDMEDLive 2017, ospitato dal Politecnico di Milano, il 3 novembre 20178. Ecco come è andata.
L'esperienza al TEDMEDLive 2017
L'esperienza partecipativa è stata realizzata tramite due diagrammi.
Il primo (+Conoscenza – Paura) ha una superficie di 4 metri x1 e presenta 12 domande a cui i
partecipanti rispondono
annodando un filo ad una serie di pomelli. Tutte le domande si riferiscono al contesto italiano.
Il modello comportamentale più comune è stata la curiosità e la volontà di prendere parte all'esperienza.
Scoperto il gande diagramma, le persone si fermavano, osservavano i fili, leggevano i testi e le
etichette e guardavano
le altre persone che partecipavano. Quando erano contattati dai facilitatori e ricevevano tutte
le informazioni
connesse all'installazione, alcune persone esitavano, a causa dell'argomento, ma dopo aver letto
la domanda iniziale
quasi tutte hanno deciso di prenderne parte.
Le prime sei domande hanno ricevuto risposta in pochi secondi, mentre per le seconde sei
domande, i partecipanti
hanno impiegato in media un minuto per rispondere. Anche la valutazione successiva ha rivelato
che queste domande
sono state fra le più critiche, dal loro punto di vista.
L'intero processo ha richiesto in media cinque minuti per essere completato, poiché i
partecipanti, dopo aver cercato
di indovinarli, chiedevano i numeri giusti collegati al cancro in Italia e si soffermavano a
commentarli.
Cosa hanno rivelato i dati – lo stile di vita
Circa la metà dei partecipanti hanno meno di 26 anni, la metà dei quali non fuma ma beve alcolici, non è sovrappeso, mangia regolarmente frutta e verdura e giornalmente cammina a passo svelto per almeno 20 minuti.
Tranne il consumo di alcol, tutte le altre abitudini sono conformi alle migliori pratiche di
prevenzione del cancro.
I partecipanti di età maggiore a 26 anni, in maggioranza non fumano ma bevono alcolici e,
contrariamente al gruppo
dei più giovani, sono più sovrappeso, che è l'unica differenza tra i gruppi. Per questo motivo,
nei seguenti passaggi,
consideriamo i partecipanti nel loro insieme.
A livello generale, tutti i partecipanti seguono uno stile di vita sano, ad eccezione del
consumo di alcol:
sembra consolidato che il fumo rappresenti un rischio reale di ammalarsi di cancro, mentre quello dell'alcol è sottovalutato.
Cosa hanno rivelato i dati – i numeri del cancro
Le risposte sui numeri del cancro, invece, hanno rivelato quanto pochi partecipanti conoscessero l'argomento.
Guardando le risposte, emerge uno schema che sembra caotico e uniformemente distribuito tra
tutte le risposte
possibili.
La maggioranza dei partecipanti apparentemente ha una percezione della malattia più negativa,
rispetto alla realtà:
pensa che ogni giorno vengano diagnosticati 5.000 tumori mentre in realtà sono1.000; pensa che
il 30% di chi si
ammala abbia meno di 50 anni, mentre è il 20%; infine, viene sottostimata la sopravvivenza, con
l'indicazione che 3
milioni di persone vivano in Italia con una diagnosi di cancro, mentre il numero reale è più
grande.
L'ultima domanda, sul numero di tumori che possono essere evitati adottando le migliori pratiche
di prevenzione, ha
ricevuto una risposta più che positiva: i partecipanti pensano che oltre il 50% può essere
evitato con uno stile di vita
sano, mentre la realtà è solo il 40%.
Ciò che emerge è
una paura generale del cancro ed una sovrastima della sua propagazione, ma anche una eccessiva fiducia nella prevenzione primaria, che considerano la maggiore arma per combatterlo, sottovalutando l’importanza della prevenzione secondaria e degli screening.
Il secondo Diagramma Partecipato: i controlli per la diagnosi precoce
Questa considerazione viene rafforzata dall'analisi dei risultati di un altro Diagramma
Partecipato presente nella
stessa installazione, che indaga il comportamento dei partecipanti sulla prevenzione secondaria,
ovvero sui controlli
che permettono di diagnosticare il cancro in fase precoce.
Si tratta di un pannello orizzontale di 1 x 1,3 metri, montato su due cavalletti che lo
posizionano ad altezza delle mani
di una persona adulta. Il pannello è posizionato in modo da essere compilato dopo il grande
tabellone iniziale, è
suddiviso per 4 fasce di età, come nel caso del diagramma precedente, e pone un'unica domanda:
Quali controlli di prevenzione secondaria esegui con regolarità?
L’esperienza nella survey dei partecipanti
Dopo l'esperienza, ai partecipanti è stato chiesto un riscontro sull'esperienza e sulla conoscenza del fenomeno, al fine di valutare empiricamente l'efficacia del progetto di Diagramma Partecipato.
Questa piccola valutazione ci ha permesso di verificare che
partecipare all’esperienza ha reso consapevoli i partecipanti della loro mancanza di conoscenza,
impressionandoli con il fatto che non conoscono i fatti-dati più importanti e fondamentali.
La conseguenza di questa consapevolezza è stata la richiesta delle risposte giuste: ogni
partecipante ha preso una
copia dell'opuscolo (sono state distribuite 150 copie) e l'ha letta e commentate con gli altri
partecipanti subito dopo il
completamento dell'esperienza.
Conclusioni
I dati sul ritardo nell'adesione di alcune fasce di italiani e italiane ai programmi di
screening oncologico e gli impatti
che questi ritardi hanno sulla sopravvivenza, in caso di insorgenza della malattia, definiscono
l'urgenza di trovare
nuovi strumenti e nuovi linguaggi per educare alla prevenzione la popolazione.
Dalle evidenze emerse, il coinvolgimento dei partecipanti nel processo dei Diagrammi Partecipati
– con le loro risposte
e, allo stesso tempo, suscitando curiosità che li espone alla loro carenza informativa sul tema
del cancro – ha attivato
un percorso di apprendimento esperienziale, che risulta essere una delle pratiche più efficaci
per l'apprendimento da
parte degli adulti.
La valutazione, tramite survey, ha confermato che il progetto ha esposto con successo i
partecipanti alle loro carenze
informative sui dati sul cancro, destando curiosità sulle giuste informazioni, che sono state
poi fornite attraverso un
opuscolo informativo distribuito dopo il completamento.
Questo rappresenta un primo passo nell'esplorazione e valutazione dell'efficacia dei Diagrammi
Partecipati.
Potrebbero essere intrapresi studi futuri, al fine di esplorare e valutare l'influenza del
pubblico esterno nel
comportamento dei partecipanti, il potere della metafora fisica e del design nell'impegno dei
partecipanti, l'efficacia di
questo tipo di progetti nella sensibilizzazione di una comunità locale.
Luigia Tauro, Founder & CEO Prevention For You S.r.L.
Prof. Matteo Maria Moretti – Ricercatore, Visual Journalism, Data Visualization – Libera
Università di Bolzano
Prof Alvise Mattozzi – Ricercatore, Sociologia dei processi culturali e comunicativi –Libera
Università di Bolzano