Ritardi e ripartenza dei programmi di screening in tempo di Covid-19

L'indagine dell'Osservatorio Nazionale Screening
Ritardi e ripartenza dei programmi di screening in tempo di Covid-19 - Knowandbe.live

04 dicembre 2020

I test di screening oncologico [1] sono fondamentali per individuare tumori ai primi stadi e salvare migliaia di vite.

Basti pensare che oggi in Italia rispetto a 10 anni fa il 37% in più dei pazienti sono vivi dopo la diagnosi, proprio grazie anche alle campagne di screening.

A causa della pandemia da Covid-19 però, questi esami hanno subito notevoli ritardi che si sono accumulati nel tempo e sono ad oggi difficili da recuperare. La sospensione completa delle prestazioni di screening si è verificata nei mesi di marzo e aprile 2020. A partire da maggio, i programmi sono stati riattivati, con tempistiche, intensità e modalità diverse fra le varie Regioni e all’interno della stessa Regione.

L’Osservatorio Nazionale Screening [2] si è occupato di monitorare l’andamento di questi ritardi e le capacità di recupero di ogni Regione.

L’indagine ha analizzato il periodo gennaio-settembre 2020 in tutte le Regioni (tranne la Basilicata) ed è stato messo a confronto con lo stesso periodo del 2019.   

Per ogni programma di screening l’indagine ha valutato il ritardo in mesi standard [3] nell’erogazione degli esami, il numero di esami non effettuati e la stima del numero di tumori non diagnosticati.  

Il ritardo in mesi standard

Nei mesi successivi al lockdown, il ritardo accumulato per il blocco totale delle visite non è stato recuperato, ma al contrario si è accentuato.

A settembre, è pari a 4.7 mesi standard per le lesioni del colon retto, 3.9 mesi standard per i tumori del seno e 4.4 mesi standard per le lesioni della cervice uterina. 

Grafico 1. Ritardo accumulato per i 3 screening in mesi standard.

In termini di persone esaminate in meno e quindi test non eseguiti, il ritardo si associa ad una riduzione di oltre 2 milioni di esami di screening. Sono saltati più di 900mila screening del cancro del colon retto, più di 600mila del cancro del seno e più di 500mila screening del cancro della cervice uterina.

Grafico 2. Persone non esaminate.

Questi esami in meno portano a stime di lesioni tumorali non individuate pari a 1.168 tumori del colon retto, 2.793 tumori del seno e 2.383 lesioni della cervice uterina.


Grafico 3. Stima delle diagnosi non effettuate.

Il ritardo e le relative lesioni non diagnosticate dipendono sia dal minor numero di persone invitate che dalla minore adesione da parte della popolazione.

Se nel periodo gennaio-maggio il ritardo era dovuto per lo più alla sospensione degli inviti in marzo-aprile e alla graduale ripartenza in maggio, nel periodo successivo giugno-settembre, l’ulteriore ritardo aggiuntivo è legato alla messa in sicurezza dei percorsi di screening.

L’utilizzo dei dispositivi di protezione, l’intensificazione delle procedure di sanificazione, la necessità di mantenere il distanziamento fisico anche nelle sale di attesa, hanno dilatato il tempo necessario tra un esame di screening e l’altro, con la conseguente riduzione del numero di sedute disponibili.

Inoltre, bisogna considerare anche che il personale adibito agli screening spesso è stato riallocato a supporto dell’emergenza. 

Altro elemento cruciale è la partecipazione della popolazione, che in tutti e tre i programmi si è ridotta sensibilmente, rispettivamente del 17% per quanto riguarda lo screening della cervice uterina, del 20% per lo screening del colon retto e del 21% per lo screening del seno.

Se le persone che non hanno aderito all’invito lo faranno in ritardo, il rischio di perdere il vantaggio di una diagnosi precoce sarà ancora limitato; se invece il test non verrà recuperato e si passa direttamente all’invito successivo, il danno delle lesioni non diagnosticate potrebbe diventare importante.

È quindi più che necessario che la pianificazione dei recuperi sia tempestiva e consistente e che non si generino differenze tra i tre programmi di screening.


Fonte: Rapporto sulla ripartenza degli screening – Settembre 2020 (Osservatorio Nazionale Screening)

 

[1] Un test di screening oncologico è un esame che consente di individuare un tumore in fase iniziale. In Italia esistono attualmente tre programmi di screening, dedicati al tumore del seno, della cervice uterina e del colon retto.

[2] L’Osservatorio Nazionale Screening nasce nel 2001 e lavora come strumento tecnico a supporto sia delle Regioni, per l’attuazione dei programmi di screening, che del ministero della Salute, per la definizione delle modalità operative, il monitoraggio e la valutazione dei programmi.

[3] Il numero di mesi di attività necessari per recuperare il ritardo accumulato se il programma andasse alla stessa velocità dell’anno precedente, ossia esaminasse ogni mese lo stesso numero di persone osservato nel 2019.